Nel gruppo Pulcini 2004 della
Polisportiva Nikè cerchiamo di esaltare certi valori che crediamo fondamentali
nello stare insieme. Siamo divisi per motivi “gestionali” in due gruppi, ma la
suddivisione non è mai statica e definitiva, ogni elemento passa da un gruppo
all’altro per i più svariati motivi, sempre nell’interesse sia del singolo che
del gruppo in generale. Quando serve, qualcuno da una mano al gruppo dei più
grandi (Pulcini 2003) rispondendo con gioia alla convocazione.
Spesso prima di un allenamento o
di una partita ci fermiamo tutti insieme a centrocampo o a limite di un area di
rigore proprio a conferma che il gruppo 2004 della Polisportiva Nikè è unico.
Spesso dall’esterno si può pensare che si parli di chissà quale tattica o di
chissà quali strategie. In questi momenti invece invitiamo i ragazzi a
esprimersi per cercare di sapere cosa pensano, chiediamo cosa hanno mangiato o
se sono ancora fidanzati con la stessa ragazza. Cerchiamo di ascoltarli, prima che
di farci ascoltare. Cerchiamo di fare gruppo. Noi non abbiamo un gruppo A ne un
gruppo B, non c’è un gruppo dei più forti e dei memo forti. Non siamo però così
ipocriti da nascondere che per certi incontri ci presentiamo con la squadra dei
più vecchi, ovvero composta per lo più da elementi che sono con noi da diversi
anni e che per questo sanno per esperienza cosa pensiamo e cosa vogliamo
trasmettere e spesso inseriamo elementi nuovi in un gruppo più “navigato” per
cercare man mano di incamminare anche loro nella stessa direzione dei più “esperti”.
Perché ad ognuno giunga lo stesso messaggio, vengano passate le stesse
informazioni, gli stessi stimoli.
Nessuno di noi istruttori si sente più o meno bravo di un altro, ma non nega una maggiore esperienza di un suo “collega”. Cerca di imparare e ascoltare, non pretende di insegnare, ne di imporre. Cerca di fare una cosa prima di chiedere ad un altro di farla. Da una mano piuttosto che chiederla. Da tutto se stesso e non si aspetta niente.
Nessuno di noi istruttori si sente più o meno bravo di un altro, ma non nega una maggiore esperienza di un suo “collega”. Cerca di imparare e ascoltare, non pretende di insegnare, ne di imporre. Cerca di fare una cosa prima di chiedere ad un altro di farla. Da una mano piuttosto che chiederla. Da tutto se stesso e non si aspetta niente.
Noi quando scriviamo o parliamo
di altre squadre con i ragazzi non scriviamo o diciamo mai affronteremo ma
incontreremo, mai avversai ma diciamo compagni, non “giochiamo contro” ma “giochiamo
assieme” e soprattutto non ci misuriamo con loro ma con noi stessi:
singolarmente e come gruppo. Cerchiamo di migliorarci come persone, prima che
come “giovani atleti”. Cerchiamo di superare noi stessi, i limiti di ognuno e
di tutto il gruppo. Vogliamo vincere i nostri limiti. Questa la vittoria che
cerchiamo, che spesso se rientra in certi canoni e nel rispetto di certi valori
risulta coincidere con quella sportiva.
FORZA RAGAZZI!
FORZA NIKE’!
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